• Alcool e allattamento

    INTRODUZIONE

     

    Spesso madri e famiglie ricevono consigli e indicazioni contrastanti LLL alcool e allattamentosu quanto alcool sia possibile assumere durante l’allattamento e sugli effetti che potrebbe avere sul bambino. Mentre le evidenze scientifiche portano a suggerire alle mamme di evitare l'uso di alcool in gravidanza per non danneggiare il bambino, i rischi connessi all’assunzione di alcool durante l’allattamento non godono delle stesse attenzioni da parte della ricerca. Numerosi studi si sono concentrati sui possibili effetti del consumo di alcool sulla lattazione stessa e sul bambino, ma gli effetti a lungo termine sono ancora sconosciuti.

    L’alcool, soprattutto se consumato in grandi quantità, può causare sonnolenza, sonno profondo, debolezza e un aumento anomalo del peso nel bambino oltre a poter causare difficoltà nell’emissione di latte. Non sono stati riscontrati danni sui bambini quando la madre assume al massimo un bicchiere al giorno.

    In base alla quantità di alcool assunta, il bambino può sperimentare effetti diversi. Anche una piccola quantità di alcool può compromettere la produzione e il riflesso di emissione del latte.  

    Alcuni dei possibili effetti negativi sul bambino includono:

    • Disturbi del sonno
    • Aumento del pianto
    • Aumento della risposta agli stimoli (riflesso di Moro)
    • Aumento dei risvegli
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 successive all’assunzione di alcool
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino
    • Minore aumento di peso

    Potenzialmente, in base a quanto alcool si assume e a quanto tempo dopo averlo assunto si allatta il bambino, potrebbero presentarsi effetti più gravi. Di conseguenza, le indicazioni riguardanti alcool e allattamento stanno cambiando.

    Secondo il CDC (Centers for Disease Control), “un consumo moderato di alcool è ascrivibile al massimo a 1 bicchiere (standard) al giorno per le donne e a 2 bicchieri al giorno per gli uomini” [1].

    Ecco ulteriori dettagli.

    LactMed® [2], un database che contiene informazioni su medicinali e altre sostanze chimiche alle quali potrebbe essere esposto chi allatta, offre queste informazioni:

    “Il livello di alcool contenuto nel latte è quasi identico a quello contenuto nel sangue. La maggior concentrazione di alcool nel latte si ha dai 30 ai 60 minuti dopo averlo assunto, ma l’assunzione di cibo può ritardare il picco di presenza alcolica nel latte. Allattare dopo aver assunto 1 o 2 bicchieri (inclusa la birra) può diminuire l’assunzione di latte da parte del bambino del 20-23% e causargli agitazione e sonno disturbato. Allattare o estrarre il latte entro un’ora prima di assumere alcool potrebbe ridurre leggermente la successiva concentrazione di alcool nel latte”.

    I bambini esposti a quantità di alcool significative (0.3 g/kg calcolati sul peso corporeo del genitore) attraverso il latte materno, dormono meno (si parla sia di sonno attivo che di sonno in generale), e anche le fasi REM risultano frammentate. Siccome i bambini sono meno in grado di metabolizzare l’alcool rispetto agli adulti, a causa dell'immaturità dell'organismo, alcuni ricercatori sono convinti che la quantità di alcool assunta attraverso il latte materno possa avere effetti più forti rispetto a quelli che ha su un adulto. Nelle ricerche condotte da Mennella e Garcia-Gomez, quando l’esposizione all’alcool avviene entro 3 ore e mezza dall’assunzione di una cospicua quantità di bevande alcoliche da parte della madre, gli effetti sono più forti. Nelle 24 ore successive, il sonno continua a essere disturbato e i risvegli più numerosi. Inoltre, la ricerca ha dimostrato che, nel periodo di veglia, i bambini apparivano meno attivi [3].

    Qui di seguito una serie di domande comunemente poste dai genitori e una serie di consigli supportati dall’evidenza scientifica a nostra disposizione. A ciascuna domanda abbiamo risposto considerando nel dettaglio i possibili effetti del consumo di alcool durante l’allattamento. Infine, indichiamo alcuni suggerimenti per aumentare la sicurezza se si vuole bere alcool e si allatta (vedi “Come posso allattare il mio bambino e continuare a bere alcool occasionalmente?”).
    Estrarre e buttare il latte non rimuove l’alcool dal sangue, e dunque non avrà alcun effetto sul livello di alcool nel latte.

     

    BERE UNA BEVANDA ALCOLICA PUÒ AIUTARMI A RILASSARMI E A STIMOLARE LA MIA PRODUZIONE DI LATTE?

    Un “rimedio della nonna” sempre molto in auge che riguarda il consumo di alcool – e in particolare della birra – dice che possa aumentare la produzione di latte. Se è vero che un componente dell’orzo presente nella birra può aumentare i livelli di prolattina [4], è altrettanto vero che l’alcool stesso ha questo effetto [5]. Tuttavia, in uno studio si è visto che la produzione di latte diminuisce [6]. Inoltre, nella loro ricerca sul consumo di alcool nelle donne in allattamento, Menella e altri hanno scoperto che l'alcool inibisce il riflesso di emissione, riducendo così la quantità di latte assunta dal bambino [5].

    Di conseguenza, il bambino allattato assume meno latte del solito nel periodo che va dalle tre alle quattro ore successive all’assunzione di una moderata dose di alcool da parte della madre [7, 8, 9]. Dopo aver assunto alcool, si può avere la percezione che il bambino poppi come sempre e che le poppate abbiano la solita durata, e si può non rendersi conto che, di fatto, il bambino sta ricevendo meno latte [7]. Secondo Mennella, che si è occupata di questa ricerca per anni, “i bambini tendono ad assumere il 20% circa di latte in meno” (rispetto a bambini le cui madri non hanno assunto alcool) anche quando poppano seguendo il loro solito ritmo durante le quattro ore successive all’assunzione di alcool da parte della madre (pagg. 591-592). Anche ulteriori ricerche effettuate da Mennella e Beauchamp hanno dimostrato che i bambini esposti all’alcool consumano in media il 23% di latte in meno [9]. Mennella ha rilevato che quando le madri si tirano il latte due ore dopo l’assunzione di alcool, ottengono una quantità di latte significativamente più bassa rispetto al solito [8]. Dunque, gli studi mostrano che assumendo bevande alcoliche invece di produrre più latte per il bambino, gli effetti che si ottengono fanno sì che il bambino ne assuma meno. Perché accade questo?

    Mennella, Pepino e Teff [5] hanno scoperto che l’alcool riduce in maniera significativa il livello di ossitocina, mentre aumenta quello della prolattina. Entrambi questi ormoni influiscono sul riflesso di emissione: più è basso il livello dell’ossitocina, più la calata del latte è rallentata. Più è alto il livello della prolattina, più si allungano i tempi di questo ritardo. La combinazione degli effetti dell’alcool su questi due ormoni comporta un importante ritardo nel riflesso di emissione del latte.

     

    QUALI SONO I RISCHI PER IL MIO BAMBINO?

    In base alla quantità assunta dalla mamma e in base a quando viene allattato il bambino dopo l’assunzione di alcool, diverse ricerche [8, 9, 11, 13, 14, 15, 16] hanno rilevato che gli effetti negativi più comuni sul bambino includono:

    • Sonno disturbato, periodi di sonno più brevi, maggior tempo di veglia e minor quantità di sonno attivo e di sonno REM nelle 3-4 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Aumento del pianto,
    • Aumento della risposta agli stimoli (spavento),
    • Aumento dei risvegli,
    • Aumento della fase REM nel periodo che va dalle 3 ore e mezza fino alle 24 ore successive all’assunzione di alcool,
    • Minore quantità di latte assunta dal bambino,
    • Ritardo della crescita,
    • Compromissione della risposta immunitaria,
    • Ritardo dello sviluppo motorio,
    • Potenziale compromissione dello sviluppo cognitivo,
    • Minore capacità di pensiero astratto in età scolastica (6-7 anni)

    L’Academy of Breastfeeding Medicine, nel suo Protocollo n. 21, afferma che il consumo di alcool durante l’allattamento può provocare numerosi effetti negativi di grado medio o grave, in base alla quantità di alcool assunta e altri fattori collegati alla velocità del corpo della madre di smaltire l’alcool [12].

    L’alcool, in quanto totalmente idro- e lipo-solubile, entra nel flusso sanguigno e nel latte umano con molta facilità [13]. La quantità di alcool presente nel latte umano dopo il consumo di un bicchiere è di circa il 95% della quantità di alcool presente nel sangue della madre.

    Una rassegna di vari studi svolta da Nonacs [14] ha dimostrato che lo sviluppo motorio dei bambini regolarmente esposti all’alcool tramite il latte materno è minore o ritardata. Quanto più alcool i bambini avevano assunto tramite il latte, tanto minori erano i punteggi ottenuti nei test volti a misurare il grado di sviluppo motorio. I bambini non sono in grado di metabolizzare l’alcool come gli adulti; i neonati riescono a metabolizzarlo a una velocità che varia dal 25% al 50% rispetto a quella di un adulto.[14]

    Le preoccupazioni riguardanti gli effetti dell’alcool sullo sviluppo cerebrale si basano sulla ricerca svolta sugli animali. Oei [15] rileva che “significativi dati sugli animali” indicano che “l’alcool potrebbe essere tossico per lo sviluppo cerebrale, soprattutto in periodi in cui lo sviluppo è molto veloce”, come accade durante tutto il primo anno di vita. Altre conseguenze del consumo di alcool possono essere deficit della memoria e della risposta inibitoria.

    Nonostante le ricerche proseguano, Haastrup, Pottegård e Damkier affermano che “i possibili effetti a lungo termine dell’alcool assunto tramite il latte materno sono sconosciuti” (p. 171).

     

    QUALI ALTRI EFFETTI DOVREI CONSIDERARE PER DECIDERE SE E QUANDO BERE?

    In base a quanto bevi, oltre agli effetti sulla tua produzione di latte e sul riflesso di emissione, potresti aspettarti qualche altro effetto su te stessa.

    L’alcool produce effetti sedativi così come alcuni effetti stimolanti. Ci sono prove che suggeriscono che le mamme che allattano metabolizzano l’alcool più velocemente rispetto a chi non allatta. È evidente poi che mangiare mentre si consuma alcool ne riduce i livelli nel sangue dopo la consumazione. Bere alcool a stomaco vuoto aumenta l’effetto dell’alcool sulla prolattina e sull’ossitocina così come sul corpo [17]. Non dovresti dormire con il tuo bambino se hai consumato alcolici, perché i tuoi riflessi naturali sono compromessi.

    Informazioni in inglese riguardo la condivisione del letto e uso di alcolici qui: https://www.basisonline.org.uk/parents-bed/https://www.llli.org/breastfeeding-info/sleep-bedshare/

    Inoltre, interferendo con il tuo riflesso di emissione di latte, l’alcool potrebbe ulteriormente diminuire la tua produzione: senza questo riflesso, il tuo bambino non può poppare e svuotare il seno in modo efficace. Quando il latte rimane nel seno, segnala al tuo corpo di ridurre la produzione. (vedere l’articolo “Anatomia di un seno al lavoro”)

     

    COME FACCIO AD ALLATTARE IL MIO BAMBINO E BERE OCCASIONALMENTE?

    Diverse fonti offrono suggerimenti da prendere in considerazione per allattare e bere con maggiore sicurezza. [19]

    • I neonati non riescono a metabolizzare bene l’alcool; se possibile, evita di bere fino a quando il tuo bambino ha almeno 8 settimane.
    • Allatta il tuo bambino appena prima di bere qualsiasi bevanda alcolica, se possibile, oppure tira il latte e conservalo.
    • Limita il tuo consumo di alcolici a uno (preferibilmente) o due bicchieri di vino (200 ml totali) oppure a una o due birre (vedi “Come viene definito un bicchiere standard” per ulteriori informazioni sulla quantità di alcolici).
    • Aspetta almeno 2 ore dopo aver bevuto un bicchiere standard prima di allattare il tuo bambino.
    • Tieni in considerazione che più bevi, più tempo impiega l’alcool per essere smaltito dal tuo corpo.
    • Se il tuo bambino ha bisogno di essere allattato prima della scadenza delle due ore, usa il tuo latte precedentemente tirato per nutrirlo.
    • Bevi del succo di frutta quando bevi alcool.
    • Mangia quando bevi alcool – rallenterà la velocità con la quale l’alcool entra nel tuo sangue.
    • “Estrai e butta il latte” solo se è necessario per avere sollievo. Finché c’è alcool nel tuo sangue, ci sarà alcool nel tuo latte.

     

    COME VIENE DEFINITO UN BICCHIERE STANDARD?

    “Un bicchiere standard” (o unità alcolica in Italia) viene definito diversamente in Paesi diversi. È importante capire che cosa significa “un bicchiere standard” se scegli di bere alcool e allattare.

    Alcuni esempi:

    Per determinare la quantità di alcool nei bicchieri standard in Europa, fai riferimento a Standard Drink Measures in Europe [20].

    Nel Regno Unito, l’NHS, (National Health Service – il Servizio Sanitario Nazionale), suggerisce l’uso di questo calcolatore di unità: https://alcoholchange.org.uk/alcohol-facts/interactive-tools/check-your-drinking/alcohol-units

    Negli Stati Uniti, l’NIH (National Institutes of Health – Istituti Nazionali per la Salute), lo definisce in questo modo [21]:

    un bicchiere standard (o una bevanda alcoolica equivalente) contiene 14 grammi di alcool puro.

    In Italia ci sono i riferimenti pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del Ministero della salute [https://www.epicentro.iss.it/alcol/apd2017/poster%20fronte%20retro%20tabella%20livelli%20alcolemia%20e%20principali%20sintomi.pdf]: 1 unità alcolica o bicchiere standard corrisponde a 12 grammi di alcool puro ed equivale a:

    • un bicchiere di vino (125 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 12% circa)
    • una lattina di birra (330 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 5% circa)
    • un aperitivo (80 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 18% circa)
    • un bicchierino di superalcoolico (40 ml che di solito ha un contenuto alcolico del 40%)

     

    Thomas W. Hale, R.Ph. Ph.D, afferma nel suo libro “Medications and Mothers Milk” (17esima edizione, 2019):

    “L’alcool passa velocemente nel latte umano, con un rapporto plasma/latte medio di circa 1. Questo non necessariamente significa che la quantità di alcool nel latte sia alta, ma che i livelli nel plasma corrispondono a quelli nel latte. La quantità assoluta (dose) di alcool che passa nel latte è generalmente bassa ed è in funzione del livello materno. Studi precedenti, alcuni su animali, suggerivano che la birra (o più probabilmente l’orzo) potesse stimolare i livelli di prolattina. Quantità significative di alcool vengono secrete nel latte materno anche se non sono considerate dannose per il lattante, se la quantità e la durata sono limitate. La quantità assoluta di alcool trasferita nel latte è generalmente bassa.

    Livelli eccessivi possono portare a sonnolenza, sonno profondo, debolezza e diminuzione della crescita regolare del bambino. I livelli di alcool nel sangue materno devono raggiungere i 300 mg/dl prima di rilevare significanti effetti collaterali nel bambino. [ndr per compredere meglio, un livello di 80 mg/dl fa risultate positivo al test del palloncino]
    La diminuzione del riflesso di emissione del latte apparentemente dose-dipendente richiede un consumo di alcool dal 1.5 al 1.9 g/kg del peso corporeo. Altri studi riportano un ritardo psicomotorio nei lattanti delle madri bevitrici moderate (2+ bevande alcoliche al giorno). Evitate di allattare durante e nelle 2-3 ore dopo aver bevuto alcool. I forti bevitori dovrebbero aspettare più a lungo.

    In un interessante studio sull’effetto dell’alcool sull’assunzione di latte da parte di lattanti, il tasso di latte assunto dai bambini durante le 4 ore appena dopo l’esposizione all’alcool (300 mg/kg) in 12 madri era significativamente inferiore. Sono stati osservati aumenti compensatori delle poppate durante le 8-16 ore successive all’esposizione quando le madri si sono astenute dal bere.

    La capacità di metabolizzare l'alcool nell’adulto è di circa 30 ml in 3 ore, quindi le madri che assumono alcool in quantità moderate possono generalmente tornare ad allattare appena si sentono neurologicamente normali. I bevitori cronici e chi consuma periodicamente quantità eccessive di alcool non dovrebbero allattare.”

     

    CONSIDERAZIONI IMPORTANTI

    L’età di tua figlia/tuo figlio

    • Un neonato ha un fegato immaturo, e subirà maggiormente gli effetti dell’alcool
    • Fino all’età di circa 3 mesi, i bambini metabolizzano l’alcool a una velocità pari a circa il 50% di quella degli adulti
    • Un bambino più grande riesce a metabolizzare l’alcool più velocemente di uno più piccolo, ma non bene quanto un adulto

    Il tuo peso

    • Le dimensioni di una persona hanno un impatto sulla velocità di metabolizzazione dell’alcool
    • Una persona più pesante può metabolizzare l’alcool più velocemente di una più leggera

    La quantità di alcool

    Sapere che cosa significa “un bicchiere standard”

    • L’effetto dell’alcool sul bambino è direttamente correlato alla quantità di alcool assunta
    • Più alcool viene assunto, più tempo impiega l’organismo a smaltirlo. Il CDC (Center for Disease Control – Centro per il Controllo delle Malattie) afferma: “L’alcool di 1 bicchiere può essere rintracciato nel latte materno per circa 2-3 ore, l’alcool di 2 bicchieri può essere rintracciato per circa 4-5 ore, e l’alcool di 3 bicchieri può essere rintracciato per circa 6-8 ore, e così via.”

    Se mangi mentre bevi

    • Una bevanda alcolica consumata con il cibo rallenta la velocità di assorbimento dell’alcool nel flusso sanguigno.

     

    DEVO TIRARMI IL LATTE E BUTTARLO DOPO AVER BEVUTO UNA BEVANDA ALCOOLICA?

    Man mano che l’alcool lascia il tuo flusso sanguigno, lascia anche il tuo latte. Dato che l’alcool non è “intrappolato” nel latte materno (torna nel flusso sanguigno man mano che diminuisce il livello di alcool nel sangue), tirare il latte e buttarlo non lo eliminerà. Tirare il latte e buttarlo, bere molta acqua, riposare o bere caffè non accelera la velocità con cui il tuo corpo elimina l’alcool.

     

    CHE COSA DEVO FARE SE MI UBRIACO?

    Se ti ubriachi, non dovresti allattare fin quando non sarai di nuovo completamente sobria: a quel punto la maggior parte dell’alcool avrà lasciato il tuo organismo. È stato dimostrato che bere fino al punto di ubriacarsi, o sbronzarsi, influisce sul sonno dei bambini. L’impatto negativo sul sonno avviene quando i bambini vengono esposti all’alcool attraverso latte che contiene alcool al livello in cui verrebbe trovato nel latte umano un’ora dopo che un genitore abbia consumato una quantità significativa di alcool (0,3 grammi per kilogrammo del peso corporeo del genitore).

     

    LA DIPENDENZA DA ALCOOLPUÒ INCIDERE SU UN BAMBINO ALLATTATO?

    Sì. La dipendenza da alcool da parte della madre che allatta può comportare una scarsa crescita o un ritardo nella crescita del bambino. Come notato sopra, già una quantità di alcool da piccola a moderata incide negativamente sul riflesso di emissione del latte e riduce la quantità di latte assunta dal bambino. Il sonno del bambino può essere molto frammentato [21], oppure il bambino può non poppare efficacemente, causando un’assunzione minore di latte. Il bambino può addirittura soffrire di un ritardo nello sviluppo motorio. Se temi che tu o una persona che conosci stia bevendo alcool in modo eccessivo, contatta il tuo medico di fiducia o un’organizzazione autorevole a sostegno delle persone con dipendenza da alcool.

     

    SOPPESARE RISCHI E BENEFICI

    Capitano spesso situazioni in cui viene offerto dell’alcool. Forse sei fuori con degli amici, o sei uscita per un appuntamento, oppure hai avuto una settimana incredibilmente stressante e una persona cara ti offre qualche birra. Non ha importanza la situazione: potresti preoccuparti delle possibili conseguenze dell’alcool sul tuo bambino. È una buona idea soppesare i benefici dell’allattamento contro i benefici e i possibili rischi dell’assunzione di alcool. I seguenti suggerimenti potrebbero risultare utili:

    • Pianifica in anticipo
      • Se decidi di bere, pianifica il più possibile di ridurre l’esposizione del tuo bambino all’alcool; se possibile, conserva un po’ di latte materno tirato in precedenza.
      • Allattare immediatamente prima di consumare una bevanda alcolica, poi aspettare almeno tre ore prima di allattare di nuovo, ti aiuterà ad assicurarti che il tuo bambino prenda pochissimo alcool da te.
      • Se i tuoi seni si riempiono mentre aspetti che il tuo organismo smaltisca l’alcool, puoi spremere manualmente o tirare il latte, buttandolo via.
    • Alternative
      • Se pianifichi di bere più di una quantità moderata, assicurati che il tuo bambino sia affidato a una persona responsabile.
      • Se non hai voglia di partecipare a un evento in famiglia o di lavoro, parla con un amico fidato o con la Consulente de La Leche League a te più vicina in merito a i vantaggi e agli svantaggi di andarci.
      • Potresti scegliere di continuare a bere bevande non alcoliche.
      • Scambiare messaggi con una persona fidata o (se c'è), con il gruppo di mamme della tua zona con le quali ti confronti sull'allattamento, può aiutarti quando ti trovi ad un evento in cui tutti gli altri bevono.
      • Ogniqualvolta sia possibile, chiedi e accetta le offerte di aiuto che ti permettono di prenderti una piccola pausa dai tuoi compiti di genitore per concentrarti su qualcosa che ti piace fare.

     

    NOTE

    1. Centers for Disease Control (CDC). https://www.cdc.gov/alcohol/faqs.htm#excessivealcohol
    2. Retrieved 11 May 2020 da https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK501469/
    3. Mennella, J. A., & Garcia-Gomez, P. L. (2001). Sleep disturbances after acute exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcohol 25(3) pp. 153-158. Doi: 10.1016/s0741-8329(01)00175-6
    4. Koletzko, B., & Lehner, F. (2000). Beer and breastfeeding. Advances in Experimental Medicine and Biology 478 23-8. Doi: 10.1007/0-306-46830-1_2. PMID: 11065057
    5. Mennella, J. A., Pepino, M. Y., &Teff, K. L. (2005). Acute alcohol consumption disrupts the hormonal milieu of lactating women. The Journal of Clinical Endocrinology&Metabolism 90(4) pp. 1979-1985. Doi: 10.1210/jc.2004-1593.
    6. Mennella, J. A., & Pepino, M. Y. (2008). Biphasic effects of moderate drinking on prolactin during lactation. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 32(11) pp. 1899-1908. Doi: 10.1111/j.1530-0277.2008.00774.x.
    7. Mennella, J. A., & Beauchamp, G. K. (1993). Beer, breastfeeding, and folklore. Developmental Psychobiology, 26(8) pp. 459-466. Doi: 1002/dev.420260804
    8. Haastrup, M. B., Pottegård, A., &Damkier, P. (2013). Alcohol and breastfeeding. Basic &Clinical Pharmacology&Toxicology 114 168-173. Doi: 10.1111/bcpt.12149
    9. Mennella, J. A. (2001). Regulation of milk intake after exposure to alcohol in mothers’ milk. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 25(4) pp. 590-593.
    10. Mennella, J. A. (1998). Short-term effects of maternal alcohol consumption on lactational performance. Alcoholism: Clinical and Experimental Research 22(7) pp 1389-1392. Doi: 10.1111/j.1530-0277.1998.tb03924.x
    11. Brown, R. A., Dakkak, H., &Seabrook, J. A. (2018). Is breast best? Examining the effects of alcohol and cannabis use during lactation. Journal of Neonatal-Perinatal Medicine, 11(4) pp. 345-356. Doi: 10.3233/NPM-17125.
    12. Reece-Stremtan, S., Marinelli, K. A., & The Academy of Breastfeeding Medicine. (2015). ABM Clinical Protocol #21: Guidelines for breastfeeding and substance use or substance use disorder, Revised 2015. Breastfeeding Medicine 10(3) pp. 135-141. Doi: 1089/bfm.2015.9992
    13. Anderson, P. O. (2018). Alcohol Use During Breastfeeding. Breastfeeding Medicine13(5) pp. 315-317. DOI: 10.1089/bfm2018.0053.
    14. Nonacs, R. (2018). Alcohol and breastfeeding: What are the risks? Contemporary OBGYN Net December 201824-28.
    15. Oei, J-L. (2019). Risky maternal alcohol consumption during lactation decreases childhood abstract reasoning at school age. Evidence-based Nursing 22(10 p. 25. Doi: 10.1136/ebnurs-2018-102999.
    16. Gibson, L., & Porter, M. (2018). Drinking or smoking while breastfeeding and later cognition in children. Pediatrics 142(2). Doi: https://doi.org/10.1542/peds.2017-4266.

     

    Articolo originale su https://www.llli.org/breastfeeding-info/alcohol/

    Traduzione di Roberta Toppetta, Barbara Pavetto e Viktorija Jandrecic

    Revisione di Roberta Voltazza e Carla Scarsi

  • Che cos'è la compressione del seno? A che cosa serve?

    La compressione del seno è una tecnica che serve a mantenere il bambino attivo al seno e a fargli assumere più latte.

    Per prima cosa impara a riconoscere quando il bambino sta “bevendo” bene e prendendo latte: la sua suzione mostra una sequenza “apri-pausa-chiudi”. Noterai anche movimenti vicino all’orecchio e alla tempia di tuo figlio.

    Quando tuo figlio sta poppando attivamente, non è infatti necessario comprimere il seno.

    Quando invece smette di poppare attivamente, e “ciuccetta” (la bocca si muove ma senza movimenti verso le tempie e le orecchie), comincia la compressione del seno.

    Sorreggi il seno con una mano, il più possibile accostata alla cassa toracica, il pollice da un lato e le altre dita dall’altro lato del seno, in modo da averne una buona porzione nella mano. Poi schiaccia il seno fra il pollice e le altre dita, comprimendolo. Quest’azione dev’essere fatta con decisione, ma non così forte da far male.

    Il bambino ricomincia a poppare attivamente (suzione a bocca aperta-pausa-chiusa). A quel punto, puoi mantenere la compressione, finché tuo figlio non ricomincerà a “ciuccettare” invece di “bere”. Non interrompere la compressione durante la suzione attiva; quando si mette solo a “ciuccettare”, allora puoi rilasciare la mano, per non stancarla, e per permettere al latte di fluire ancora da altre zone del seno.

    Quando si rilascia la pressione, alcuni bambini smettono di succhiare. Se il bambino non riprende a poppare attivamente entro dieci secondi circa, comprimi di nuovo il seno.

    Ogni volta che comprimi il seno, sposta leggermente la mano in un'altra posizione, in modo da comprimere ogni volta zone differenti del seno.

    Se inizialmente la compressione non dà risultati, questo non significa che tu debba immediatamente cambiare seno. Ma via via che il bambino poppa sempre più tempo a un seno, la compressione funzionerà sempre meno, e il flusso del latte rallenterà; e i bambini rispondono al flusso di latte.

    Se la compressione non ha più effetto e tuo figlio si sta addormentando o cominciando a irritarsi per la lentezza del flusso, prova a staccarlo dal seno e offrirgli l’altro lato. Potrai poi ripetere il ciclo, da un seno all’altro, tutte le volte che occorre, finché la compressione non riesca più a mantenere il bambino attivo.

    Prova a sperimentare. Sebbene questa tecnica funzioni bene con molte madri, metti in atto qualunque variazione che funzioni bene per te. Finché comprimere il seno non è fastidioso per te, e il bambino assume latte, allora significa che la tecnica sta funzionando.

    (adattato da “Allattamento al seno – Il libro delle Risposte”, vol. 1 p. 163)

     

     Guarda il video 1E sulla compressione - clicca qui

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Che cosa si intende per bambino sonnolento?

    Nei primissimi giorni dopo il parto, il bimbo appena nato si adatta alla vita extrauterina. Il parto è un evento tanto meraviglioso quanto impegnativo per la mamma, ma altrettanto lo è per il piccolo, che compie molti sforzi attivi per venire alla luce. In media, quindi, un neonato nei suoi primissimi giorni di vita tende a riposarsi spesso. In genere tutti i neonati hanno bisogno di dormire diverse ore durante il giorno, alternando il sonno a molte poppate (tra le 8 e le 12 poppate sulle 24 ore).

    Può capitare però che alcuni bambini siano particolarmente sonnolenti anche dopo i primi giorni successivi alla nascita, e non poppino tanto quanto dovrebbero o comunque non in maniera adeguata.

    In questo caso puoi approfondire l'argomento leggendo le risposte in questa sezione e in particolare Come faccio a sapere se il mio bambino sta bene e riceve latte a sufficienza? e Quante poppate dovrebbe fare il mio bambino?

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come fare a svegliare e tenere attivamente al seno un bambino sonnolento?

    Ogni mamma troverà il modo migliore per svegliare il proprio piccolo, tentando metodi e approcci differenti.

    Di solito, i bambini tendono a svegliarsi quando sono in una fase di sonno leggero (il sonno REM: gli occhi si muovono rapidamente sotto le palpebre e le braccia, le gambe o la testa compiono piccoli movimenti).

    Mettere il piccolo in verticale e parlargli può essere un valido modo per svegliarlo. Alcune mamme invece sdraiano il bimbo su una superficie più rigida, e lo spogliano (con il caldo lo stimolo alla suzione viene un po’ inibito). Anche cambiare il pannolino può essere utile, magari sciacquando il sederino con acqua tiepida.

    Alcuni bimbi reagiscono bene al solletico sotto ai piedini, sul collo, sulla testa o sui palmi delle mani.

    Alcune mamme sono riuscite nel loro intento passando un batuffolo di cotone inumidito sulle guance e la fronte del bambino oppure altre accarezzandogli il viso seguendo la linea della fronte e scendendo verso mandibola e mento.

    Quando il bimbo è al seno, è utile prestare attenzione alla suzione attiva. Quando il bimbo smette di poppare ma ha comunque il seno in bocca e ciuccia senza deglutire (suzione non nutritiva), può essere utile comprimere il seno delicatamente, per aumentare il flusso di latte e incoraggiare il bambino a deglutire ancora un po’. In questo modo il bimbo ha un rinforzo positivo in merito alla suzione attiva (più succhia e più latte gli arriva) e riesce ad assumere una maggior quantità di latte. Così avrà più energie e risulterà meno sonnolento e più efficace al seno. Cliccando qui trovi maggiori informazioni sulla compressione del seno.

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

  • Come posso incrementare la mia produzione di latte?

    Questo è un problema che interessa tante mamme che allattano. Molte donne non sono informate del fatto di poter incrementare la loro produzione di latte.

    Talvolta l'allattamento procede meravigliosamente, poi accade qualcosa per cui la mamma comincia a chiedersi se sia davvero in grado di produrre abbastanza latte per nutrire il suo bambino. Il piccolo potrebbe voler poppare "tutto il tempo" o il seno potrebbe sembrare più morbido e non più così "pieno" com'era nelle prime settimane dopo il parto.

    Innanzitutto è necessario individuare alcuni "falsi allarmi" riguardo alla produzione di latte.Si può dire che un bambino in salute, nato a termine e allattato sta prendendo abbastanza latte se:

    • A partire dal terzo giorno dopo la nascita, ha almeno 2-5 scariche intestinali al giorno(in bambini che hanno più di 6 settimane sono normali scariche anche meno frequenti).
    • A partire dal terzo o quarto giorno di vita, bagna bene di pipì almeno 5-6 pannolini al giorno(6-8 pannolini in cotone).
    • Il bambino sta aumentando circa 30 grammi al giorno, partendo non dal suo peso alla nascita, ma dal peso più basso raggiunto a circa tre o quattro giorni di età.
    • Il bambino poppa frequentemente, ad intervalli di un'ora o un'ora e mezza fino a tre ore, facendo almeno 8-12 pasti al giorno.
    • Il bambino appare in salute, il suo colorito è buono, la sua pelle tesa, sta crescendo di peso, in lunghezza e nella circonferenza cranica, appare vispo e vivace.
    • Nel periodo compreso tra le 6 settimane e i 2 mesi di età del bambino, il corpo della mamma ha imparato quanto latte produrre e molte donne non sentono più il seno turgido. Questo non è un segno che il latte stia diminuendo, ma significa semplicemente che il corpo della mamma ha compreso la quantità di latte necessaria proprio per quel bambino.

     

    Un bambino può avere vari "scatti di crescita" nei primi mesi di vita. Generalmente questi avvengono intorno alle 2-3 settimane, a 6 settimane e a 3 mesi di età, ma possono verificarsi in ogni altro momento per ogni singolo bambino. Sono periodi in cui il piccolo vuole poppare di più e più frequentemente per stabilire una produzione di latte adeguata alle sue esigenze.

    Assecondare la richiesta del bambino, lasciandolo poppare tutte le volte e per tutto il tempo che vuole, agisce sulla produzione di latte della mamma e le permette di avere maggiore quantità di latte entro alcuni giorni.

     

    Facciamo un esempio per capire perché sia importante lasciar libero il bambino di poppare a richiesta:

    abbiamo molta fame, ma mangiamo solo un piccolo spuntino. Potrebbe non bastare, poiché stiamo facendo attività sportiva intensa che consuma molte calorie (proprio come accade quando un neonato cresce di decine di centimetri e raddoppia il suo peso in pochi mesi) e quindi abbiamo ancora fame. Il nostro corpo vuole mangiare di più e non sarà soddisfatto finché non mangerà abbastanza. Al bambino accade la stessa cosa - tenerlo a lungo senza poppare equivale a far aumentare la sua frustrazione e la sua fame.

    Se davvero c'è bisogno di aumentare la produzione di latte, allora la prima cosa da fare è cercare aiuto. Se il bambino non sta crescendo bene, o sta perdendo peso, è bene mettersi in contatto con il medico. Quasi sempre migliorare la gestione dell'allattamento aiuta a risolvere la questione velocemente, ma in alcuni casi uno scarso aumento di peso può indicare un problema di salute.

    • Un bambino sonnolento potrebbe aver bisogno di essere svegliato e incoraggiato a poppare molto frequentemente, anche durante la notte, per aumentare la stimolazione del seno e la quantità di latte assunta durante le 24 ore.
    • Se la mamma sente dolore, potrebbe esserci invece un problema nella posizionedi allattamento e/o nell'attacco al seno: se non si è sicure che il bambino stia succhiando efficacemente, è bene consultare una Consulente de La Leche League o un altro specialista dell'allattamento che possa essere di aiuto.
    • Se il bambino non cresce bene ed il pediatra ha prescritto aggiunte di formula artificiale, sarebbe opportuno che queste fossero somministrate con modalità che noninterferiscano con la suzione al seno, ad esempio usando un cucchiaio, una tazzina o con un dispositivo di alimentazione supplementare (DAS; vedi qui il video "Come costruire e usare in DAS, dispositivo di alimentazione supplementare"). Il biberon invece potrebbe interferire con l'allattamento. L'aggiunta potrebbe essere anche soltanto di latte materno, tirato e poi offerto nelle modalità scelte dalla mamma.
    • Se si sta somministrando formula artificiale, è rischioso interrompere bruscamente le aggiunte ed è consigliabile quindi diminuirle con gradualitàmentre si sta lavorando per stimolare maggiormenteil seno e quindi si aumenta la produzione di latte. Per essere sicure che il bambino stia mangiando abbastanza, si possono controllare i pannolini bagnati o sporchi, ed è opportuno essere in contatto con il pediatra per un controllo periodico del peso e della salute generale.
    • È utile anche "movimentare" la poppata, cambiando seno due o tre volte, per aiutare il bambino a conservare l'interesse a poppare perché si mantiene veloce il flusso di latte: appena noti che la suzione rallenta o si ferma, puoi porgere l'altro seno. Anche la compressione del seno aiuta. Entrambe queste cose aiutano a stimolare in modo efficace la produzione di latte poiché in questo modo si riesce con più facilità a svuotare i seni.
    • È importante che la mamma si prenda cura di sé stessa, ascoltando il più possibile i propri bisogni per quanto riguarda il riposo, il rilassamento, l'alimentazione e un'adeguata idratazione, anche chiedendo - per quanto possibile - sostegno e aiuto pratico alle persone che le sono vicine, non tanto nella gestione del suo bambino ma in tutto il resto. 

     

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Il tuo bambino sonnolento…

    Di norma un neonato poppa molto frequentemente, e comunque le poppate, specie dopo i primi 2-3 giorni, non sono solitamente meno di 8-10 nelle 24 ore. Tuttavia possono esserci specifiche circostanze per cui il tuo bambino appena nato sia sonnolento, tanto da chiedere di poppare meno di otto volte nell’arco della giornata.

    Questa situazione potrebbe verificarsi quando:

    - il bambino è nato con un peso inferiore alla media;

    - il travaglio e il parto sono stati particolarmente difficoltosi;

    - hai dovuto assumere farmaci durante la nascita;

    - il bambino ha l’ittero o altre condizioni patologiche;

    - il bambino non si attacca bene al seno e quindi il latte non fluisce adeguatamente, tanto da rendere il piccolo disinteressato;

    - il bambino non si attacca bene a seguito della montata lattea, che rende il seno pieno e teso e l’attacco difficoltoso;

    - l’ambiente è troppo stimolante;

    - semplicemente, è una particolarità del suo carattere e del suo temperamento.

    Se ti trovi a vivere questa situazione, è comunque importante garantire che il tuo bambino riesca a poppare efficacemente dalle otto alle dodici volte nell’arco delle 24 ore: questo gli permetterà di ottenere una sufficiente quantità di latte e a te eviterà il fastidioso inconveniente di un ingorgo mammario.

    Per assicurare questo risultato, il tuo bimbo potrebbe aver bisogno di essere “stimolato” per potersi attaccare al seno in modo appropriato. E possono essere molti e vari i modi, grazie ai quali svegliare e/o stimolare un bambino sonnolento, ma tu e tuo figlio siete unici rispetto a tutti gli altri, per cui potrebbe esserti d’aiuto sapere cosa è possibile fare e, quindi, scegliere tu il modo che più si adatta al tuo bambino.

    Ecco alcuni suggerimenti:

    - “Approfitta” dei primissimi segnali di risveglio del bimbo (quando cioè è nella fase di sonno leggero, caratterizzato da rapidi movimenti delle palpebre chiuse, o delle labbra, o delle mani, o delle braccia) per prenderlo ed attaccarlo al seno.

    - Diminuisci gli stimoli; ad esempio, abbassa le luci (quelle forti, infatti, fanno chiudere gli occhi ai bambini), e non accaldare il piccolo (ad una temperatura superiore ai 27° si inibisce l’attività di suzione) togliendogli, se possibile, il pannolino o facendogli anche degli impacchi con acqua fresca sulle guance e sulla fronte;

    - parla al bambino, cercando di cogliere il suo sguardo, tenendolo in una posizione verticale o seduta sul tuo grembo;

    - non perdere occasione per essere in contatto “pelle a pelle”: massaggiandolo, “strofinandogli” la schiena e il palmo delle mani e dei piedi e magari facendo anche un bel bagno insieme;

    - prima della poppata, sfioragli le labbra, spremendo su di esse un po’ di latte;

    - durante la poppata, assicurati che il bambino si sia correttamente attaccato, e sostieni il seno se necessario;

    - comprimi il seno per mantenere il flusso di latte, cambia posizione al bambino (o fagli fare il ruttino, oppure cambiagli il pannolino…) non appena perde interesse e/o inizia ad addormentarsi, per far sì che ciucci attivamente allo stesso seno per almeno 10-15 minuti.

    Tutte le mamme hanno bisogno di sapere se il loro bambino prende latte a sufficienza: se il tuo piccolo è sonnolento, e quindi non si può fare affidamento solo sui suoi segnali di richiesta, è molto importante che tu faccia questo controllo, per capire se cresce e sta bene. Tieni comunque presente che, al di là degli standard medi, occorre capire qual è il ritmo ottimale di crescita di tuo figlio: alcuni bambini che poppavano di rado crescendo però negli standard, una volta incrementato il numero delle poppate hanno modificato verso l’alto la loro curva di crescita. Pertanto, controlla che tuo figlio bagni di pipì 6-8 pannolini di stoffa (o 5-6 di quelli monouso) e vada di corpo almeno 3-4 volte nelle 24 ore (a partire dal terzo giorno dopo la nascita), e cresca, nei primi tre mesi, intorno ai 220 grammi alla settimana. Per alcuni bambini potrebbe essere accettabile un aumento minore, ma in tal caso è fondamentale monitorarne la crescita con il pediatra e verificare che non ci siano interferenti con l'allattamento. Contatta una Consulente de La Leche League per valutare le possibili strategie da mettere in atto.

    La tua attenzione deve essere massima quando noti questi segnali (o alcuni di questi) nel bambino:

    · apatia,

    · letargia,

    · poca elasticità della pelle,

    · pianto debole;

    · poca pipì (meno di due pannolini bagnati nei primi due giorni e meno di tre pannolini bagnati nei giorni successivi),

    · febbre,

    perché indicano uno stato di disidratazione: allora sarà fondamentale stimolare il bambino a poppare più frequentemente e farlo controllare subito dal pediatra.

    Nonostante le persone intorno possano rallegrarsi per te del fatto che hai un bambino “buono” (cioè molto tranquillo, che piange poco e dorme molto), dal tuo punto di vista la situazione può essere molto frustrante: Un bambino sonnolento non comunica bene i suoi bisogni e può renderti difficile capire come e quando accudirlo, e vederlo sonnecchiare al seno può essere irritante e può a volte farti sentire quasi rifiutata o ignorata da lui. Certo non è così, ma può essere tuttavia che tuo figlio abbia bisogno di un po’ di aiuto per mantenersi vigile e attivo. Applica i suggerimenti che funzionano meglio per te, tieni sotto controllo la situazione e lascia passare un po’ di tempo mentre mantieni attivamente il tuo allattamento: le cose cambieranno una volta preso il ritmo e risolti gli eventuali ostacoli che rendevano tuo figlio così incline al sonno.

    BIBLIOGRAFIA:

    Suggerimenti per svegliare un neonato sonnolento, Pubblicazione 485 La Leche League International.

    N. Mohrbacher, J. Stock, Allattamento al seno: Il libro delle Risposte, vol.1, La Leche League Italia 2004 , pp. 33, 84-85.Railhet F, Allattare un bimbo sonnolento, L’allattamento moderno 2008;19:2-3.

    Zeretzke K, Aiutare una madre il cui bambino rifiuta di poppare, L’allattamento moderno 2000;1-9.

    Michela Brustenga

  • Ogni quanto devo allattare il mio bambino?

    Ognibambino è diverso!Alcuni sembra abbiano bisogno di poppare in continuazione, mentre altri lasciano passare più tempo tra una poppata e l'altra. Le mamme possono tranquillamente seguire i ritmi dei loro bambini, facendo solo attenzione che mangino a sufficienza. I bambini allattati, infatti, si autoregolano: prendono quello di cui hanno bisogno, non solo a ciascuna poppata, ma anche da ciascun seno. Inoltre, molti problemi legati all'allattamento - inclusi quelli legati a "carenza di latte" oppure a "eccesso di latte" - si risolvono proprio aumentando la frequenza delle poppate. Pertanto, se il tuo bambino mangia almeno 8-12 volte nell'arco delle 24 ore, puoi lasciar decidere a lui quando farlo per essere certa che mangi abbastanza.
    Se però, nelle prime settimane, il bambino non mangia con questa frequenza, probabilmente dovrai svegliarlo!

    Molte madri si preoccupano quando i loro piccoli non "tengono l'intervallo" delle due ore e vogliono poppare ancora più spesso, cosa che invece accade di frequente. I bambini che poppano spesso (sempre che siano attaccati correttamente al seno) assumono latte a sufficienza, proprio perché stimolano la produzione del latte materno. Alcune ricerche recenti hanno dimostrato che riducendo il tempo della poppata e aumentando l'intervallo tra una poppata e l'altra, si può ridurre non solo la quantità di latte materno, ma anche il suo contenuto di grassi - ed ecco che il bambino piange, affamato... Alcuni bambini amano ciucciare e dormicchiare in continuazione. Altri mangiano in quantità, restando attaccati a lungo a ciascun seno. Tieni presente che non c'è niente di sbagliato nel seguire il ritmo richiesto dal bambino, perché l'allattamento materno è una relazione a due vie, che richiede alla madre di rispondere non solo alle richieste del bambino, ma anche ai segnali inviati dal suo stesso corpo. Sarà proprio questa capacità di risposta che aiuterà il tuo bambino a formare con te uno stretto legame d'amore.

    Se sei seriamente preoccupata circa la frequenza dell'allattamento, puoi richiedere l'assistenza di una Consulente de La Leche League oppure di un medico con una specifica preparazione nel campo dell'allattamento.

    L'AAP (l'Accademia Americana dei medici Pediatri) ha ufficialmente dichiarato che i bambini sani, nati a termine, dovrebbero poppare 8-12 volte nell'arco delle 24 ore; in altre parole, un pasto ogni 2-3 ore. Dal momento che il latte umano viene digerito molto facilmente, si raccomanda spesso alle mamme di osservare il neonato alla ricerca di "segnali di fame", come il riflesso di "rooting" (cioè di girare la testa nella direzione di uno stimolo tattile posto sulla faccia), morsicarsi o succhiarsi le mani o le dita, piangere. E si raccomanda inoltre caldamente alle neo-mamme di non lasciare che il bambino superi l'intervallo delle 3 ore, per due ragioni:

    1) perché il seno sia stimolato a produrre latte a sufficienza, e

    2) per assicurarsi che il bambino mangi abbastanza prevenendo così la disidratazione.

     

    Puoi approfondire questo argomento contattando una Consulente de La Leche League consultando le pubblicazioni de La Leche League.

     

  • Perché il mio bambino dorme molto al seno invece di poppare attivamente?

    Se il bimbo dorme molto, non fa un numero sufficiente di poppate al giorno e si addormenta spesso mentre è al seno, è importante capire come si è svolto il parto e se l’attacco al seno è realmente adeguato.

    Alle volte, la somministrazione di farmaci durante il travaglio o la fase espulsiva, oppure patologie come l’ittero, possono rendere il bambino particolarmente sonnolento. Un attacco poco adeguato, con conseguente flusso di latte più scarso, possono far perdere l’interesse al bambino, e sfociare in sonnolenza. Anche la montata lattea può rendere più difficoltoso l’attacco al seno (il seno è più “pieno” e quindi più difficile per il bambino attaccarsi in maniera corretta) con conseguente perdita di interesse.

    Questi ed altri motivi possono far sì che il bimbo risulti troppo sonnolento e non assuma una quantità adeguata di latte nelle 24 ore. È quindi molto importante assicurarsi che il piccolo faccia almeno una decina di poppate attive al giorno, così da nutrirsi al meglio.

    Questa è una delle rare situazioni in cui è suggerito di guardare l’orologio perché non siano distanziate troppo le poppate, lasciando dormire il bambino. L’allattamento in questo contesto è “ad offerta” della madre, vista la scarsa richiesta da parte del bambino. Un bambino che non assume latte a sufficienza, infatti, tende ad avere meno energie e a dormire di più. Ma se le energie scarseggiano, farà anche più fatica a poppare in modo efficace, creando un circolo vizioso e cadendo in una sorta di “letargia”. Questa situazione va scoraggiata il più possibile. Vedi ancheCome fare a svegliare e tenere attivamente al seno un bambino sonnolento?

    Puoi approfondire ulteriormente questo argomento contattando una Consulente de La Leche League e consultando le pubblicazioni de La Leche League.